Meantime è uno dei birrifici inglesi più conosciuti all'estero. Fondata nel 1999 da Alastair Hook, sulle rive del Tamigi, oggi dispone del più grande impianto per la produzione di birra mai costruito a Londra dal 1936, anno di fondazione della succursale inglese della Guiness a Park Royal. Nuovo impianto che grazie anche all'arrivo di un nuovo birraio dagli Stati Uniti - Peter Schmidt, già birraio presso Red Hook - inizia a dare i primi frutti.
Il più tangibile è la nuova birra, la cui ricetta è un'idea proprio del nuovo birraio, che già dal nome racconta molto di sé stessa: Yakima Red.
Si tratta di una red ale da 4,4 gradi pensata per dare il maggior risalto possibile ai luppoli che crescono nella Yakima Valley (Washington State) in una delle aree più importanti al mondo per la coltivazione di questa fondamentale pianta. Per questo, a differenza di quanto non avvenga normalmente per le Ipa, corpo, tenore alcolico e amaro sono stati tenuti piuttosto bassi, lavorando invece sull'aromaticità dei luppoli e costruendo una birra che ha nel gioco tra luppoli americani (Cascade, Citra, Centennial, Amarillo, Simcoe) e malti inglesi e più in generale europei (Pale ale inglese e Caramalt inglese e continentale) la sua forza. In tal senso, infatti, forse anche la definizione di Ipa risulta errata.
La birra infatti è di un bel tono rubino, molto inglese, e che è possibile ritrovare nelle classiche bitter. Questo colore, racconta il birraio, è ottenuto dall'utilizzo di malto crystal e caramel, che oltre alla componente cromatica contribuiscono con un dolce profilo aromatico e con un buon corpo. La luppolatura avviene totalmente nella fase finale della produzione in modo da controllare l'amaro complessivo della birra ed estrarre solo le note citriche e di frutta esotica che vengono addirittura esaltate dal dry hopping.
La Yakima Red è prodotta in edizione limitata, la sua disponibilità, come per gli altri prodotti, va controllata nella sezione Download del sito.
La gamma di prodotti di Ales and Co. si arricchisce di un nuovo birrificio proveniente dallo Staffordshire e la cui Stout è al momento considerata oltremanica una delle migliori in circolazione: Titanic Brewery.
Il birrificio che ha oggi sede nella zona industriale di Burslem, quartiere di Stoke-on-Trent, ha iniziato a produrre birra nel 1985 a Middleport (Stoke-on-Trent) con un impianto da 7 barrel (16 hl). Dopo alcune difficotà iniziali, nel 1988, il birrificio è stato acquistato dagli attuali proprietari i fratelli Keith e Dave Bott. Nel 1991 il birrificio viene trasferito a Burslem e l'impianto produttivo raddoppiato. Nel 2002, infine, Titanic Brewery si stabilisce nell'attuale struttura con un impianto completato nel dicembre del 2005 decisamente più grande rispetto a quanto non fosse in origine: 40 barrel (65,5 hl), sebbene costruito in modo molto particolare, come vi racconteremo nei prossimi giorni.
Il nome del birrificio, e di tutte le birre, fa riferimento alla famosa nave da crociera affondata nel viaggio inaugurale e al comando della quale c'era il capitano Edward John Smith, nato a Hanley, un altro dei quartieri di Stoke-on-Trent.
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La prima, la Alice Porter, è una birra dalla storia molto particolare. Nasce per celebrare il matrimonio del titolare del pub North Bar di Leeds, Matt Gorecki, che ha creato anche la ricetta insieme ad alcuni amici e le ha dato il nome della moglie, Alice. Dopo averne prodotto una piccola quantità (15 hl) in novembre, visto il successo riscontrato nel North Bar e nel pub di Brewdog ad Aberdeen, il birrificio scozzese ha deciso di fare diventare la Alice Porter una birra stagionale in edizione limitata prodotta esclusivamente nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.
Ma veniamo alla birra. Come facilmente intuibile dal nome si tratta di una Baltic Porter da 6,2% prodotta con un'importante quantità di malti scuri (ad esclusione del Maris Otter, Dark Cristal, Caramalt, Chocolate e Roasted), aromatizzata con vaniglia e completata da un inedito mix di luppoli: l'inglese Bramlig Cross e il giapponese Sorachi Ace. La Alice Porter sarà disponibile dalla fine di gennaio sia in bottiglia che in Key Keg.
ABV: 6,2%
OG: 1059
IBU: 50
La seconda produzione invece.... sono quattro! Anche Brewdog si lancia infatti nella produzione di 4 single hops Ipa - l'aveva già fatto Mikkeller - che andranno tutte insieme sotto il nome si Ipa is dead. La ricetta di base è quella della Hardcore Ipa (seppur alleggerita nell'alcol), mentre i luppoli, aggiunti sia in bollitura che in un doppio dry hopping, provengono da quattro continenti diversi e sono: Nelson Sauvin, Citra, Bramling Cross e Sorachi Ace. La Bramling Cross non è una birra del tutto nuova in quanto era già stata prodotta per l'importatore danese Drikkeriget con il nome Hardkogt Ipa.
Le quattro birre saranno presenti dalla metà di febbraio in bottiglia e in Key Keg, seppur in limitate quantità.
ABV: 7,5%
OG: 1069
IBU: 75
Ridgeway si presenta con una nuova birra la Querkus, una Porter da 4,5 gradi prodotta con malti torbati da whisky e poi invecchiata in botti di quercia, pianta dalla quale prende il nome. La birra si presenta di colore tra il mogano e il tonaca di frate con note vanigliate (conferite dal passaggio in botte) e torbate, ben bilanciate dall'amaro dei malti scuri. L'obiettivo dei birrai di Ridgeway è che la birra mantenga comunque buona bevibilità. Per il momento questa birra è disponibile solo in fusti da 23 litri.
Finalmente sbarca in Italia un'altro importante birrificio indipendente inglese.
Una nuova birra a popolare il panorama di Brewdog. La 5 Am Saint, Amber Ale prodotta per la prima volta quest'anno dal birrificio scozzese entra a far parte del gruppo di birre regolari prodotte da James Watt e Martin Dickie. Sul sito di Brewdog questa birra é descritta come una birra poco amara, ma caratterizzata dalle forti note aromatiche del luppolo.
Da sottilineare la storia del packaging di questa birra. Sul blog del birrificio é stato infatti lanciato un sondaggio tra i consumatori per stabilire quale colore scegliere per l'etichetta tra il verde, il rosso - che ha poi vinto con il 51% delle preferenze - e il nero.
L'altra nota divertente riguarda il nome. Questa birra, infatti, dicono i birrai rischia di incoraggiare la gente a svegliarsi molto presto la mattina o a stare svegli fino a tardi la notte. Il perché non é specificato, ma molto probabilmente, la causa é la volontà di berne un'altra.