In diretta con il Justin Hawke, fondatore e birraio di Moor che ci porta alla scoperta della sua storia e della sua filosofia.

Nella nostra chiacchierata con Justin Hawke, birraio e fondatore di Moor Beer Co., abbiamo parlato di storia e di tradizioni, di modernità, di legno, di lattine e anche di Star Wars. Un’oretta in diretta Facebook che ci ha permesso di approfondire la conoscenza con una delle figure più interessanti del panorama brassicolo britannico, dimostrando una relazione diretta tra la sua personalità e quella delle sue birre.

Justin ha origini americane e dopo un periodo in Germania, ha deciso di stabilirsi in Inghilterra. Nelle sue birre sono evidenti le tre influenze geografiche: la naturale torbidezza delle birre tedesche, le intense luppolature californiane e la carbonatazione naturale delle Real Ale inglesi. Nascono quindi le sue Modern Real Ales, rifermentate in cask, fusto e lattina.
E proprio la scelta di produrre esclusivamente in lattina, effettuata dopo un periodo di intense ricerche, è stata una vera e propria rivoluzione. La lattina può sicuramente assicurare altissimi standard qualitativi, ma sono stati necessari intensi studi affinché potesse dormire sonni tranquilli: infatti le birre di Moor sono can conditioned, prodotti vivi non filtrati né pastorizzati. Proprio per questo motivo sono state le prime in lattina ad essere riconosciute dal CAMRA come Real Ales. Si tratta di veri e propri “nano cask” da conservare e consumare a temperature adeguate.

Ma le lattine di Moor sono celebri anche per le loro grafiche: dal bellissimo intreccio di luppoli al celebre scudo con il motto del birrificio “Drink Moor Beer”.  L’immagine del birrificio che abbiamo tutti in mente è nata tanti anni fa ed in ottica futura Justin ci anticipa che nei prossimi mesi possiamo aspettarci degli importanti cambiamenti: non diremo mai addio al celebre scudo, ma vedremo un aspetto più moderno in cui si riflette l’evoluzione della personalità del birrificio.

E se i luppoli sono un segno distintivo sulle lattine di Moor, sono soprattutto la firma di Justin nelle sue birre. Si occupa personalmente della ricerca delle varietà più adatte ad ogni birra, valutandole in base al tipo di aromaticità. Nella nostra chiacchierata ci ha raccontato della felice collaborazione con Charles Faram, l’azienda produttrice di luppoli con cui ha selezionato varietà come il Jester usato nella Return of The Empire e in Union’Hop.  Ci ha offerto un punto di vista molto interessante, spiegandoci che nel suo approccio cerca sempre di rispettare il lavoro di chi produce il luppolo, sapendo quanto possono essere rischiose le mode in una filiera che richiede tanto tempo per lo sviluppo di una nuova varietà.

E proprio il rispetto del tempo è cruciale anche nel rapporto tra birra e legno a cui Moor si dedica da più di 10 anni per quanto riguarda gli affinamenti.  Justin parte sempre da un’idea ben precisa e seleziona le botti che spesso avevano contenuto distillati in base alle birre prodotte. Oggi tutte le birre invecchiate, vengono affinate a Londra dove Moor ha aperto nel 2017 una nuova sede. Moor Vaults nasce come polo logistico per servire la città di Londra e risponde alla necessità di nuovi spazi destinati proprio all’invecchiamento; si trova lungo il celebre Beer Mile a Bermondsey ed ha vicini celebri come Brew By Numbers e The Kernel.
Le botti sono fondamentali anche in un altro tipo di produzione, quella delle birre a fermentazione acida. Justin ci ha confessato che sta iniziando a lavorare anche con questo tipo di prodotto, ma che ovviamente dovremo aspettare ancora qualche anno per trovarle nei nostri bicchieri.

Non potevamo non concludere la nostra chiacchierata senza chiedere aggiornamenti sull’attuale situazione in Inghilterra legata all’emergenza Covid-19. Justin ci ha spiegato che il birrificio ha cercato di mantenere una reazione il più razionale possibile, continuando la produzione ed attivando i servizi di home delivery e di asporto tramite le due taproom di Londra e Bristol. L’invito che fa a noi, ma che soprattutto si augura per tutto il settore, è di mantenere una PMA (Positive Mental Attitude, proprio come la sua celebre Pale Ale) e cercare di affrontare con il giusto atteggiamento le prossime aperture.

Il nostro appuntamento è stato senz’altro molto ricco di spunti e ci ha permesso di conoscere meglio Justin e la sua filosofia che ritroviamo al 100% nelle birre di Moor. Un approccio che fa tesoro del passato guardando sempre con curiosità al presente ed al futuro.  Ci ha anche regalato un punto di vista d’eccezione sulla scena brassicola attuale e sui modi in cui si potrà evolvere nei prossimi mesi. Chi volesse rivedere il video può trovarlo qui, nel frattempo ci auguriamo che arrivi presto il tempo di bere una birra insieme al nostro bancone preferito, proprio come Justin che conserva sempre il suo rapporto speciale con l’Italia ed i suoi Pub.