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Qualche mese fa una grande festa a Londra per festeggiare il sesto compleanno di uno dei birrifici più irriverenti del panorama inglese. Stiamo ovviamente parlando di Beavertown e cogliamo l’occasione per raccontarne la storia e l’evoluzione nel tempo.

Nasce nel 2011 all’interno della cucina del Duke’s Brew and Que ristorante e brewpub di Londra, famoso per la cucina a base di carne in cui la fanno da padrone intensi profumi affumicati. Chi porta avanti questo progetto è Logan Plant che, una volta deciso di abbandonare la carriera di musicista ereditata dal padre (proprio lui, il Robert Plant dei Led Zeppelin!), si dedica alla produzione di birra. Proprio qui nascono alcune delle birre più conosciute tra cui 8 Ball, storica Ipa del birrificio pensata per essere abbinata alle pork ribs servite al ristorante; nonché la prima ricetta di Neck Oil, session Ipa, inizialmente ispirata alle Best Bitter del West Midlands e poi reinterpretata in pieno stile Beavertown. Con il 2012 le sperimentazioni continuano, nasce Gamma Ray che ancora oggi è tra le core line e best sellers del birrificio e Bloody 'Ell, Ipa con succo e scorza di arance sanguinelle che viene prodotta solo una volta all'anno, la cui produzione 2018 è arrivata in Italia proprio qualche giorno fa.

È il 2014 a rappresentare l'anno di svolta per il birrificio. La necessità di spazi più grandi porta i ragazzi di Londra fino a Tottenham quartiere a nord della capitale inglese, in due stabilimenti da poco più di 5000 mq ciascuno dedicati rispettivamente alla produzione e al packaging che da questo momento sarà individuato solamente in fusti e lattine. Quest’ultimo formato ha grandi vantaggi, primi fra tutti la stabilità e la freschezza che riesce a garantire al prodotto; nel caso di Beavertown, poi, le grafiche accattivanti ne fanno un must have di ogni vetrina.

La crescita del birrificio di Tottenham non si è mai fermata, oggi i tank sono da 5000L e vengono utilizzati fino a quattro cotte al giorno per una produzione che al 2017 ha contato 35.000 ettolitri, il team conta più di 70 persone e Beavertown segue direttamente la distribuzione su Londra in modo da assicurare la massima qualità dei prodotti. Naturalmente con il passare del tempo anche la core line si è estesa, comprendendo sei birre tra cui l’iperluppolata Lupuloid e Black Betty la cui ricetta originale è stata creata nel 2012 all’interno del Duke’s Brew and Que; a queste si aggiungono release stagionali e tantissime collaborazioni, accanto a progetti come Tempus in cui i birrai si confrontano con produzioni one shot destinate all’affinamento in legno.

Beavertown si continua a confermare uno dei birrifici più interessanti della craft beer revolution inglese ed europea, in continua crescita, capace di offrire birre sempre nuove e di carattere che conquistano un pubblico sempre più grande. Proprio per questo motivo è di qualche giorno fa la notizia di un nuovo futuro ingrandimento: prevista entro l’estate 2019 l’apertura di “Beaverworld”: una struttura particolarmente grande che permetterà ai ragazzi di Londra di soddisfare la grande domanda attuale. Aspetteremo trepidanti qualche mese per scoprire tutto su questo nuovo grande progetto, per chi volesse avere qualche informazione in più qui, Beavertown si racconta (in inglese) in prima persona.

Ovviamente non possiamo non dedicare qualche parola a Extravaganza, l’appuntamento dell’universo Beavertown che nessuno dovrebbe perdersi. Un festival che chiama a raccolta a Londra decine di birrifici da tutto il mondo e centinaia di appassionati. La prossima edizione sarà il 7 e 8 settembre e la prima line up conta già quasi 90 birrifici, trovate tutte le informazioni qui, ovviamente ci vediamo lì!