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Senza dubbio tra le feste cristiane più diffuse al mondo, nasce nel diciassettesimo secolo in Irlanda ma oggi viene onorata in tante parti d’Europa e del Mondo. Stiamo parlando di San Patrizio, ricorrenza stabile sul calendario ogni 17 marzo. Quale migliore settimana di questa per dedicare una o due pinte a birre che arrivano proprio dall’Irlanda. Terra storicamente legata a questo prodotto, secondo alcune statistiche se ne producono ogni anno circa 7 milioni di fusti, dato interessante se si considera che la popolazione supera di poco i 6,5 milioni di persone; generalmente si ricollegano a questa nazione stili come Porter, Stout, Blonde e Red Ales, complice in epoca moderna anche un grande lavoro in termini di produzione e distribuzione su larga scala di birre commerciali. In realtà la craft beer revolution irlandese ha una storia lunga e interessante: è stata caratterizzata da tre ondate, la prima negli anni ‘90, di nuovo a metà degli anni 2000 e infine a partire dal 2013 a cui ha sicuramente contribuito una politica fiscale favorevole. Proprio di quest’ultima ondata fanno parte due birrifici irlandesi su cui vale la pena spendere qualche parola in più per capire come il mercato e la produzione di birra si stiano a tutti gli effetti evolvendo in Irlanda.

Due birrifici giovani, nati rispettivamente nel 2015 e nel 2016 portano avanti stili di produzione moderni e innovativi rispetto al proprio panorama nazionale. Yellowbelly oggi è riconosciuto in Irlanda e in Europa per le sue Sour e per le intriganti luppolature delle sue Ales. Il team guidato da Declan Nixon ha prodotto in poco più di due anni più di 200 birre, rilasciando quasi ogni mese produzioni one-shot, che si distinguono al palato ma anche alla vista: ogni release si completa con un fumetto disegnato e pensato volta per volta da Paul Reck, direttore creativo dell’azienda. Birre che sicuramente possono aiutarci a comprendere bene il lavoro dei ragazzi di Wexford sono Citra Pale Ale, Castaway e For Whom the sour trolls, Berliner Weisse luppolata con Citra che abbiamo avuto modo di assaggiare durante l’ultima edizione di Beer Attraction: sono tre produzioni molto diverse tra loro accomunate da buona bevibilità ed equilibrio nell’utilizzo delle varietà di luppolo.

Whiplash, invece, nasce dall’incontro tra Alex e Alan, due amici ed ex colleghi di lavoro che hanno deciso, non senza qualche difficoltà, ma con tanta energia, di abbandonare il loro posto in un’azienda più grande per dedicarsi ad una produzione in proprio. Hanno uno stile piuttosto moderno sia per quanto riguarda la produzione, che nelle grafiche minimaliste ma di grande effetto delle loro lattine. Abbiamo assaggiato a Rimini qualche settimana fa, Bone Machine, American Ipa prodotta con avena e frumento dalla luppolatura particolarmente intensa, ma sicuramente altrettanto è interessante è Rollover, Session Ipa in cui il carattere dei luppoli emerge con note spiccatamente resinose.

Il panorama brassicolo Irlandese è in continua evoluzione ed espansione, viviamo un momento in cui la tradizione sembra incontrare con energia l’innovazione, allargando gli orizzonti di questa nazione così storicamente legata alla birra. Non resta che avvicinarsi ai festeggiamenti del prossimo San Patrizio con tanta sete e voglia di novità, e come vuole la tradizione, con un trifoglio in fondo al bicchiere