Chiunque si avvicini al mondo delle craft beer anche solo per il breve tempo di una birra con gli amici si ritrova all’interno di un mondo eclettico, spesso molto colorato. Il primo contatto con quella birra è la sua etichetta - o la sua lattina - e questi elementi non sono mai lasciati al caso dai birrifici. Potrebbero essere il motivo per cui quella birra viene scelta in uno scaffale pieno di tante altre. Fanno parte dell’esperienza, raccontano una storia: quella della birra, del birraio o dell’azienda. Tutto ciò ovviamente non è una novità, sono tante le realtà europee e non, che includono un grafico all’interno del loro team, proprio per costruire un’immagine che li rappresenti in tutto e per tutto. Kasper Ledet è stato compagno di scuola di uno dei fondatori di To Øl, dal 2010 è il graphic designer dell’azienda e si è occupato di etichette e lattine per i più di 250 prodotti lanciati in questi anni e distribuiti in quasi 50 nazioni nel mondo, nonché del merchandising. Si tratta di un birrificio con uno stile in continua evoluzione, i birrai sono sempre di più al lavoro sul concetto di innovazione per quanto riguarda stili, tecniche ed ingredienti. Anche per questo motivo non è raro che alcune birre siano prodotte una sola volta e, ovviamente, è sempre viva la necessità di una immagine coerente. “Per il grande portfolio delle birre To Øl - spesso piccoli lotti prodotti in quantità ridotte - sembra che una strategia di design aperta e fluida sia la più adeguata. Che, ovviamente, rispecchi lo stile sperimentale del birrificio Queste le parole con cui descrive il suo lavoro. Per la creazione delle sue “opere” utilizza in prevalenza tipografia, fotografia e forme astratte, senza escludere strumenti di grafica digitale. Due esempi possono essere A Peeling Pale e Garden of Eden, che tra l’altro sono appena tornate disponibili insieme a tante altre come Dangerously Close to Stupid amount of Peach e 5XRAID. A Peeling Pale, Pale Ale prodotta con scorza d’arancia. Una birra leggera in prevalenza fruttata in cui le note agrumate esaltano i flavour dei luppoli. Questa lattina è disegnata in modo da fare riferimento all’arancia grazie all’utilizzo dei colori e riesce evocare, grazie al lavoro di grafica, una galleria con quadri di arte moderna. Diversa è l’idea dietro a Garden of Eden, Fruit India Pale Ale, prodotta con albicocca, guava, mango, frutto della passione e papaya che la caratterizzano aggiungendo in più un tocco sour. Qui la grafica ricrea l’effetto degli acquerelli che viene quasi “rotta” per lasciare spazio al metallo della lattina di cui si evoca la materialità. Della stessa serie è interessante anche Garden of Haze, Ipa in cui flavour di guava e mango sono riequilibrati dall’amaro dei luppoli neozelandesi. Nel suo lavoro, Kasper riesce anche a rendere graficamente l’idea di organicità che c’è alle spalle di serie di produzioni, prendiamo ad esempio la serie NE!PA, di cui vi segnaliamo le due nuove arrivate nel catalogo Ales&Co luppolate rispettivamente con Citra, Amarillo e Simcoe e Mosaic&Galaxy. Sono birre create mantenendo stabile la ricetta e lavorando su quantità e varietà di luppoli, le etichette sono molto simili tra loro e presentano le sigle delle varietà di luppolo relative su un fondo blu. Birre molto diverse in cui contenitore e contenuto sono legati l’uno all’altro. Il nostro invito, ovviamente, non può che essere a provare queste e altre produzioni di To Øl, di cui vi annunciamo un grande arrivo proprio dei giorni scorsi con tutte le birre di cui abbiamo parlato, dedicando un attimo anche alle etichette e alle lattine. Kasper Ledet racconta qui (in inglese) la sua esperienza e collaborazione con il birrificio danese. Se, invece, voleste approfondire la relazione tra grafica e craft beers, The Guardian ha dedicato un bell’articolo a questo argomento.